Storia breve di una bottega nuova

4 Settembre 2020

Nell’estate del 2016 si sono svolti a Livigno i festeggiamenti per i 60 anni dei negozi storicamente conosciuti con il nome La Botía Nòa (il significato, in dialetto livignasco, è La bottega nuova), durante i quali è stato presentato anche un opuscolo che ha cercato di ricostruire con parole e immagini la vita dell’edificio in via Plan.
Tre negozi – tre luoghi ben definiti – che nelle varie epoche della storia recente di Livigno e Trepalle si sono distinti per innovazione e creatività, e che fin dalla loro nascita, nel 1956, sono stati un punto di riferimento del commercio in paese.
Mi sono occupato personalmente di scrivere i testi dell’opuscolo, realizzato prima di tutto in ricordo dei nonni Bepín Cusini e Natalina Mottini, che hanno lasciato in eredità a mia madre, ai miei zii, ai miei cugini e dunque anche a me un edificio in cui abitare e lavorare.
Oggi, in vista di altri cambiamenti che nella primavera del 2021 interesseranno nello specifico il negozio in cui lavoro, ho deciso di riportare sul mio blog parte della breve ricostruzione storica dedicata ai miei nonni. Una ricostruzione che, nella sostanza, è un ringraziamento per i valori che Bepín e Natalina mi hanno trasmesso; un tributo a due persone che, senza dubbio, sono state tra i pionieri del commercio a Livigno, guidate da un intuito, un coraggio e una visione del futuro fuori dall’ordinario.

Nell’inverno del 1953 era nato a Livigno un primo e rustico skilift, lungo 250 metri: uno dei promotori di quella piccola grande impresa fu Giuseppe Cusini, da tutti conosciuto come Bepín da Giúli Sc’clap, che nell’estate del 1954 iniziò un’altra piccola grande impresa: la costruzione della casa di famiglia tutt’oggi esistente, che in molti – residenti e turisti – hanno imparato a identificare nei decenni come La Botía Nòa, riferendosi non solo al negozio nato dalla mente di Bepín e della moglie Natalina Mottini (rispettivamente classe 1917 e 1924), ma anche a un preciso tratto della via Plan.
In questo periodo Bepín fu richiamato per il servizio militare e fu proprio nelle lunghe settimane da ufficiale che mise a punto il progetto della casa e dei negozi e immaginò tre diverse insegne: La Botía Nòa, Edelweiss, Il Nuovo Salumiere. Solo una di queste vedrà però la luce due anni più tardi.
Nel 1956, mentre per la prima volta nel Piccolo Tibet era atterrato un aeroplano lungo la piana innevata, Bepín e Natalina si trasferirono al primo piano della nuova casa, insieme ai figli da poco nati, in attesa degli altri che sarebbero venuti oltre ai tre morti prematuramente – come purtroppo spesso succedeva all’epoca.
Fu proprio nell’estate di quello stesso anno che Bepín e Natalina inaugurarono l’apertura del negozio La Botía Nòa, dove fin da subito i due coniugi lavorarono a tempo pieno, aiutati anche dai figli a partire da metà anni Sessanta.

La primissima La Botía Nòa era ubicata nello spazio oggi occupato dal negozio Antropos e, come molte attività del passato, non aveva soltanto un fronte ma anche un retrobottega.
Nel fronte, con la vetrina che dava su una via Plan stretta e con poche case, Bepín e Natalina vendevano i classici prodotti extradoganali – sigarette, tabacchi, liquori, cioccolato, profumi, caffè, zucchero – generi alimentari, qualche borsetta e alcune valigie di cartone per i pochi viaggiatori e i pochissimi lavoratori stagionali dell’epoca, oltre a souvenir, giocattoli e oggetti di cartoleria.
Nel retrobottega, invece, Bepín aveva il suo grande banch da marangón – il banco da falegname – sopra cui faceva piccoli lavori di artigianato. Bepín riparava oggetti in legno e in ferro, tagliava il vetro, affittava e sistemava sci in frassino oltre a vendere ferramenta, detersivi, bombole del gas e altri articoli a seconda della stagione e delle richieste dei residenti. Inoltre, dalla fine degli anni ’60, Bepín riuscì a far arrivare dall’America i nuovi sci in metallo dei marchi Head e Hart, grazie all’aiuto dell’amico Vittadini – ingegnere milanese trasferitosi in paese, di cui fu anche sindaco.
Dal 1957 al 1974, Bepín affittò gli altri due spazi commerciali esistenti al piano terra, fino ad allora rimasti vuoti, mentre nel dicembre del 1959 inaugurò sul prato dietro casa un campo di pattinaggio, il primo di Livigno.
Dove oggi sorge la libreria, il locale fu affittato alla filiale di Livigno della Banca Piccolo Credito Valtellinese e successivamente – quando la banca si spostò nella sede attuale, in Pláza dal Común – lo spazio fu preso in locazione da Ferrovia Alta Valtellina, meglio conosciuta come F.A.V., una società nata nel 1899 con lo scopo di realizzare la linea ferroviaria Sondrio-Tirano, oltre ai primi impianti di risalita di Livigno.

Nell’autunno del 1974, Bepìn e Natalina decisero di ampliare e aprire una rinnovata La Botía Nòa. Iniziarono così i lavori di ristrutturazione dei negozi, allo scopo di renderli più grandi e moderni e offrire un miglior servizio sia ai residenti sia ai turisti, che stagione dopo stagione aumentavano in numero e richieste.
L’attuale Antropos e l’attuale libreria furono uniti e La Botía Nòa diventò un negozio di abbigliamento sportivo e alla moda e di prodotti extradoganali. Bepín, dal canto suo, trasferì il laboratorio e il banch da marangón in cantina, dove continuò a dedicarsi ai lavori di artigianato.
Diversa l’evoluzione dello spazio dove oggi sorge il negozio Pellecuoio, che nei primi anni di vita fu affittato a varie persone. In seguito, anche questo locale subì un rinnovo alla fine del 1974 e l’estate successiva Natalina aprì una pelletteria e valigeria. Da allora, il negozio fu sempre gestito dalla famiglia Cusini.
Anche nel caso dell’attuale La Botía Nòa, nel 1988 gli spazi cambiarono radicalmente in conseguenza della divisione delle proprietà tra i figli di Bepín. Il negozio di prodotti extradoganali restò alla figlia Maura (mia madre, ndr), che lo riaprì mantenendo l’insegna voluta da Bepín, ma cambiando l’arredamento. Nel corso degli anni, poi, fu eliminato il settore liquori e cioccolato, e inserite borse e accessori accanto alla profumeria.
Nel dicembre del 2007, infine, con il mio ingresso nella gestione del negozio dove ancora oggi lavoro e mi potete trovare, La Botía Nòa aggiunse negli spazi esistenti una piccola libreria che presto divenne una vera libreria, la prima di Livigno.

(Le fotografie che accompagnano il post sono tutte di proprietà della famiglia Cusini. Se qualcuno di voi fosse interessato ad avere gratuitamente una copia dell’opuscolo di cui si parla nel testo, può rivolgersi presso la libreria La Botia Noa di Livigno)