Un anno dopo “Il mio viaggio in Valtellina”

4 Dicembre 2020

L’anno scorso, proprio in questi giorni, usciva il libro Il mio viaggio in Valtellina. Un reportage pubblicato da Lyasis edizioni sul lungo cammino tra montagne e borghi della terra in cui vivo, affrontato in poco più di due settimane nel maggio del 2019 per un totale di 400 chilometri.
Un’esperienza forte e indimenticabile che, insieme a un percorso interiore iniziato alcuni anni fa, ha contribuito a cambiare per sempre il mio modo di vedere le cose della Valtellina e del mondo: infatti, viaggiare a piedi significa scoprire i dettagli della vita che viviamo e dei luoghi che ci circondano.

Se ancora non l’avete letto e volete farlo, il libro è disponibile e ordinabile sia nelle librerie fisiche di tutta Italia sia negli store online, a cominciare dal sito dell’editore. E se poi vorrete darmi il vostro parere, potete contattarmi dall’apposita pagina di questo blog.

Di seguito riporto l’introduzione al racconto presente nel libro, che spiega le ragioni che mi hanno spinto a organizzare questo viaggio e da dove è arrivata l’ispirazione.

Mi ero ripromesso che prima o poi avrei affrontato un lungo cammino in montagna e non soltanto escursioni di uno o due giorni. A ispirarmi erano stati libri e film, oltre alle testimonianze dirette di chi aveva percorso alcuni dei cammini più conosciuti e battuti al mondo.
Senza andare lontano, ho scelto di viaggiare a piedi attraverso la Valtellina, la terra in cui sono nato e cresciuto, e che conoscevo troppo poco.
Mi sono portato uno zaino, un po’ di preoccupazione e tante aspettative. Il resto – natura, storia, bellezza e solitudine – c’era già.
In diciassette giorni ho camminato in alta quota, a mezzacosta e nel fondovalle. Su prati, neve, sterrato, terra e asfalto. Accanto ai fiumi, nei boschi, ai piedi delle montagne, in borghi e cittadine.
L’ho fatto con l’occhio attento e curioso del viandante, di colui che ha un punto di vista privilegiato sulle cose, che può rallentare, fermarsi e stupirsi. Che ha il lusso di poter perdere tempo senza l’obbligo di arrivare a destinazione in orario.
Ho ascoltato le storie delle persone incontrate e ho raccontato le mie. Ho accettato i dolori del corpo e i pensieri della mente, la felicità e lo sconforto.
Nel silenzio del cammino ho trovato qualcosa di me stesso che non conoscevo. Ho subìto una piccola metamorfosi e ho messo in ordine la coscienza. E in parte ho intuito qual è la vera anima della Valtellina.
Ogni sera, prima di abbandonarmi al riposo, ho scritto su un taccuino i miei pensieri, le mie emozioni e le mie scoperte.
Adesso, il diario di quest’esperienza è nelle tue mani.