“Il codice Debussy”

15 Agosto 2020

Una storia di montagna e resistenza, di musica e ricerca di libertà, di misteri e fatiche, di confini e dolori. Una storia di umanità.

Il codice Debussy, terzo romanzo scritto dal valtellinese Lorenzo Della Fonte per l’editore Elliot, mischia la finzione narrativa alla realtà storica. E lo fa attraverso la voce delicata di un testimone di fantasia, il capitano Giovanni Bassan – protagonista anche di un altro bellissimo romanzo di Della Fonte, Chopin non va alla guerra – che nell’autunno del 1944 deve indagare sull’omicidio di una domestica ebrea e su una valigetta contesa da partigiani e nazifascisti. Un oggetto anch’esso realmente esistito e che, insieme a una sorta di codice del compositore musicale francese Claude Debussy, potrebbe svelare il segreto di Ettore Castiglioni, il grande alpinista morto in Valmalenco che ha aiutato a espatriare dall’Italia molti ebrei e perseguitati politici.

Questa storia è perfetta per i lettori che amano i gialli atipici, ossia quei libri che non sono incentrati esclusivamente su un’indagine, ma che alternano la suspense ad altre tematiche: nel caso de Il codice Debussy, la Resistenza tra i monti della Val d’Aosta e soprattutto della Valmalenco, vicinissima al confine con la Svizzera; la montagna, con i suoi luoghi aspri e accoglienti in egual misura e le conseguenti riflessioni che la natura fa nascere nell’animo delle persone più sensibili; la musica con le sue note amichevoli e rassicuranti – e riguardo a questo aspetto del romanzo non potrebbe essere altrimenti visto che l’autore è un direttore d’orchestra.

Il codice Debussy è dunque un viaggio nella nostra storia più recente, sui luoghi dove hanno camminato giovani partigiani e soldati, dove hanno vissuto personaggi significativi come Edoardo Alessi, Ettore Castiglioni e altri ancora, e dove uomini e donne di montagna – di ogni razza e religione – hanno lottato per sopravvivere a eventi drammatici e sfuggire a un destino disgraziato deciso da altri.