C’è una malinconia di fondo in questo romanzo breve di Matteo Righetto, intitolato Apri gli occhi ed edito da Tea. Una malinconia dovuta a ciò che poteva essere e non è stato, a ciò che i due protagonisti – un tempo sposati – avrebbero potuto fare insieme al loro unico figlio e che non hanno fatto, a ciò che non potranno mai recuperare vista la tragedia che li ha colpiti.
Ma attraverso la scalata di una montagna – una piccola grande avventura compiuta in onore del figlio e nel ricordo di un momento felice – questa malinconia che si respira in ogni pagina, in ogni frase e in ogni parola del libro, in ogni gesto e pensiero dei protagonisti, invoglia sempre e comunque ad andare avanti, a camminare senza voltarsi troppo indietro.
Invoglia e invita a scegliere le emozioni invece degli oggetti, i gesti affettuosi invece dei regali, la natura invece della città. Una “malinconia speciale” che stimola ad andare in montagna e a stupirsi, magari per dimenticare le sconfitte della vita e scalare verso nuovi inizi.
14 Febbraio 2018