“Allergie”

21 Marzo 2021

Un racconto sul logorio di certi rapporti di coppia e sulla mancanza di empatia, condito da continui battibecchi, insinuazioni e cattiverie.
Allergie” è ispirato alle storie brevi di Philip Ridley e Raymond Carver, che all’epoca leggevo a più non posso. Tanto che, in più di un’occasione, ho preso spunto dalla struttura dei loro racconti per esercitarmi nella narrativa, ovviamente inventando una trama tutta mia.
Questo racconto – uno dei miei preferiti – è stato pubblicato all’inizio del 2006 sulla rivista Inchiostro, un trimestrale dedicato alle short stories di autori esordienti, con anche interviste a scrittori affermati, incipit d’autore, recensioni di libri e consigli per migliorare la propria scrittura.

Buona lettura. Impiegherai circa 8 minuti.

ALLERGIE
Lucas era pieno di impegni di lavoro, ma in una delle serate libere che gli rimanevano andò a cena da sua sorella Marta. Bevvero l’aperitivo in soggiorno e chiacchierarono un po’, poi si sedettero a tavola.
Marta servì il primo in piatti eleganti, a forma di triangolo, e lasciò che suo marito Davide e Lucas l’assaggiassero.
Suo marito sputò qualcosa sul tavolo, macchiando la tovaglia, poi la prese tra le dita.
Marta lanciò un’occhiata a Lucas: “Adesso sta a vedere” disse. Sembrava amareggiata.
La donna faceva lo chef in uno dei ristoranti più rinomati della città. Se in casa aveva ospiti cucinava piatti speciali, alle volte sperimentali. In un certo senso gli invitati e suo marito facevano da cavie per le nuove ricette da proporre nel locale dove lavorava.
Ma a casa doveva stare attenta agli ingredienti, perché Davide soffriva di alcune allergie alimentari. Lui era convinto che prima o poi uno spicchio d’aglio sarebbe finito nel cibo, causandogli uno shock anafilattico.
Davide fissò quello che aveva in mano. Era schifato e preoccupato.
Allora?” domandò Marta.
Pensavo fosse un pezzo d’aglio” rispose lui.
Stiamo mangiando spaghetti di saraceno al ragù di bresaola” spiegò Marta. “Rigorosamente senza aglio. Quello che hai in mano è un pezzetto di grasso. Se provi a morderlo ti accorgerai che la consistenza non è quella dell’aglio.”
Ho detto qualcosa?” chiese Davide. “Perché ti devi arrabbiare per niente?”
Perché so a che cosa stai pensando: ecco perché.”
Non stavo pensando a niente” disse lui.
Certo, come no…”
Davide guardò Lucas dritto negli occhi, come a cercare comprensione. “Poteva essere uno spicchio d’aglio” brontolò. “Non dimenticherò mai quella volta che tua sorella mi ha fatto assaggiare un’insalata di spinaci e pistacchi comprata in gastronomia. Alla prima forchettata mi ero accorto di un sapore strano e subito dopo le labbra e la lingua si sono gonfiate. Ho avuto paura che potesse venirmi uno shock anafilattico. E sai che cos’era?”
Aglio?” chiese Lucas.
Un intero spicchio d’aglio” rispose Davide con il sorriso del trionfo.
Quante volte devo ancora ripetertelo?” strillò Marta. “Va bene, era aglio, ma tra gli ingredienti non era segnato. Non mi stai mai a sentire, è sempre la stessa storia. Sull’etichetta non si parlava d’aglio. Io non potevo farci niente, era colpa della gastronomia. E poi, Davide, lo sai benissimo…”
Che cosa dovrei sapere, scusa?”
Che solo in casi rari l’allergia provoca uno shock anafilattico.”
Questo lo dicono le statistiche. Invece il mio medico dice di fare molta attenzione.”
Non era colpa mia…” disse ancora Marta. “Ero anche andata in gastronomia a protestare di persona, ricordi? Ero pronta a denunciarli e loro, per scusarsi, ci hanno regalato quell’enorme scatola di funghi porcini e salumi.”
Mi ricordo” intervenne Lucas. “Me l’avevi raccontato.”

Dopo cena Marta cominciò a sparecchiare. Appariva sempre più contrariata. Guardò il fratello: “Sono sposata a Davide da dieci anni e in tutto questo tempo gli ho preparato due pasti al giorno. Sono stata la sua cuoca e la sua cameriera. Quando cucino per lui ci metto più impegno di quando sono al lavoro. Dio solo sa quanto. E ha mai trovato aglio nei piatti fatti da me? No, mai. Neanche in polvere. Ci sto attenta, io. So perfettamente che non lo tollera. Non ne posso più delle sue occhiatacce e delle sue insinuazioni”.
Non è per me che ti impegni!” esclamò Davide. “Cucini solo per il ristorante. Se non ci fossi io ad assaggiare i tuoi piatti, ci sarebbe qualcun altro.”
Questo non è vero!” disse Marta battendo un pugno sul tavolo.
Il coltello e la forchetta appoggiati sul piatto di Lucas sobbalzarono.
Calmati” intimò Davide. “Io voglio starci attento! Non mi va di crepare per del dannato aglio finito in una delle tue ricette. Guardami: sono atletico, sano. Nonostante l’età posso ritenermi più in forma di molti ragazzi. Voglio campare fino a cent’anni e l’idea di morire per colpa di un’allergia proprio non mi va giù.”
Ah, la metti così?” ribatté Marta. “Perché non te la dai tu una calmata? Non ho intenzione di farti crepare, sai?”
Ora piangeva e faticava a parlare.
Hai rovinato tutto” aggiunse. Poi corse in camera da letto.
Davide e Lucas restarono a guardarsi. Sentivano Marta singhiozzare e, per coprire il rumore, Davide riprese a parlare.
È nervosa” disse.
Nervosa? E perché?”
Perché ci sei tu, è ovvio. È parecchio che non ti vede e lo sai quanto ti vuole bene. Voleva che fosse una cena speciale, per festeggiare la nuova star della musica…”
Lo disse sorridendo, con un pizzico di cattiveria. Non era mai stato d’accordo che Lucas avesse lasciato gli studi per la musica.
Speriamo le passi” disse Lucas.
Avrei dovuto tenere la bocca chiusa. Ma mica potevo ingoiarla, quella cosa lì. Ti pare?”
Certo che no.”
Se davvero fosse stato aglio, a quest’ora sarei in ospedale.”
Sono sicuro che sta molto attenta.”
E voi due ve ne sareste stati in sala d’attesa a prendermi in giro senza un minimo di preoccupazione.”
Ma cosa dici?”
È sempre la stessa solfa con lei. Non fa che mettermi le parole in bocca e poi arrabbiarsi senza motivo. Ormai non passa giorno senza che scappi in camera da letto a piangere.”
Davide invitò Lucas ad andare in soggiorno, si avvicinò allo stereo e l’accese. Da un mobile con le ante in vetro prese un cd di vecchia musica italiana e l’infilò nel lettore. Restarono in silenzio ad ascoltare quelle note.

Più tardi, Marta tornò in cucina e iniziò a lavare i piatti. Lucas andò da lei e l’accarezzò sulla schiena, poi le diede un bacio sulla guancia.
Lei sorrise. Aveva gli occhi lucidi, ma tutto sembrava passato.
Come va il tuo disco?” gli chiese.
Bene.”
Qualche mese prima era uscito il disco d’esordio della band di Lucas ed era stato subito un successo.
Solo bene?” continuò lei con un sorriso. “Sei sulle copertine di tutti i giornali.”
Diciamo benissimo, allora.”
Non ti si vede mai. Sarai occupato, immagino.”
Sì, molto.”
Tutte le persone che conosco non fanno altro che assillarmi di domande su di te. Quante donne ti ronzano intorno, quanto guadagni, se sono fiera del mio fratellino… Io rispondo soltanto che non riesco più a vederti.”
È inevitabile… cambio città ogni due giorni. Il tour, la promozione del disco. Sono sempre in giro.”
Lo so, lo so. E non me la prendo. Sono contenta che la tua carriera vada bene. Ma per me è strano. Sai… vederti in televisione e sui giornali. Quando ti incontro faccia a faccia ti riconosco, so chi sei, ma quando ti vedo in tv è come se fossi qualcun altro. Non so spiegartelo: mi sembri uno sconosciuto come tutti gli altri personaggi famosi.”
Sì, capisco cosa intendi.”
Ti ascolto, leggo le tue interviste e sono felice che gli altri pensino che hai talento e che sei speciale, ma per me è sempre stato così, anche quando non cantavi.”
Davide entrò in cucina, trascinando i piedi sul pavimento.
Marta gli lanciò un’occhiataccia.
Dammi un po’ di quel dolce che hai fatto ieri” ordinò.
Marta prese la meringata dal freezer e ne tagliò una fetta. “Ne vuoi anche tu?” chiese a Lucas.
Lui rispose di sì.
Marta non era così brava con i dessert come per i primi piatti, ma un dolce fatto con le sue mani era di gran lunga migliore di qualsiasi cosa comprata in pasticceria.
Almeno sono sicuro che qui non può finirci un pezzo d’aglio” commentò Davide.
Non ricominciare…” borbottò Marta senza guardarlo.
Ho letto da qualche parte che nell’ambiente musicale si fa un uso spropositato di psicofarmaci, perché i vostri ritmi sono insostenibili” disse Davide. “E sai un’altra cosa? Dicono anche che i ritmi e la fatica dei muratori siano insostenibili. Per questo gli italiani non vogliono più fare quel lavoro. La fatica è dei poveri, gli psicofarmaci sono per i ricchi viziati. Oppure per le star e compagnia bella.”
Scosse la testa e fissò per un attimo le mani di Lucas: “Quand’ero giovane dicevano che fare il muratore era il miglior lavoro che ci potesse essere. Mettere in piedi un edificio dal niente e costruire case per gli altri significava dare un futuro alle persone, e questo bastava a non far sentire la fatica. Degli psicofarmaci se ne fregavano tutti. Ma ora, a quanto pare, non è più così”.
Davide tagliò con la forchetta un altro pezzo di meringata. “I musicisti non danno un futuro alle persone” disse ancora. “Forse speranza, ma a dare speranza sono capaci tutti.”
Tornò in soggiorno e si sentì il rumore del piatto appoggiarsi sul tavolino.
Marta scosse la testa e prese fiato: “Certe volte non capisco la metà di quello che dice. Secondo lui solo alcuni fanno fatica a lavorare, gli altri sono tutti buoni a nulla. Probabilmente pensa anche che il lavoro che faccio io è da ricchi viziati”.
È solo all’antica, un po’ inquadrato.”
Sai che cosa significa quando trascina i piedi mentre cammina?”
Che cosa?”
Che la mia ricetta non gli è piaciuta.”
Ma no…”
Oh, non lo conosci.”
Forse neanche tu. È come per le domande che mi ha fatto un fan la settimana scorsa, mentre gli facevo un autografo prima di un concerto. Pensavo volesse sapere tutto sulle mie canzoni e sulla mia musica, invece la prima cosa che mi ha chiesto è stata se il mio fidanzamento con Barbara è reale o di facciata. Sai, sui giornali gossip sostengono che io sia gay e che mi faccia fotografare con Barbara per non perdere le fans e mantenere un’immagine di sciupa femmine. Per molte persone contano di più le congetture rispetto alla vita reale.”

In soggiorno, Davide ingoiò qualcosa di duro che c’era nella meringata e gli rimase a metà gola. Iniziò a tossire e a dimenarsi sul divano, cercando di ritrovare il respiro.
Marta fissò Lucas sgomenta e corse in soggiorno.
Il fratello la seguì.
Mi sono solo ingozzato” li rassicurò Davide con un filo di voce.
Marta gli diede delle pacche leggere sulla schiena per aiutarlo a respirare.
Va meglio” disse. “C’era qualcosa nella meringata che mi si è fermato in gola. Non riuscivo più a respirare. Pensavo di morire soffocato.”
Ma che cosa era?” chiese Lucas.
Non lo so. So solo che non andava giù. Non sono riuscito a masticarlo, era duro come il cemento.”
Probabilmente era un pezzo di cioccolato” disse Marta. “A stare nel freezer s’indurisce.”
Anche io ho fatto fatica a mordere i pezzi di cioccolato” confermò Lucas.
Marta sorrise: “Per un momento ho temuto che avessi ingoiato uno spicchio d’aglio…”.

Davide andò in cucina, seguito da Marta e Lucas, e si versò un bicchiere d’acqua. “Mi è rimasta la gola irritata” disse.
Lucas guardò Marta preparare una tisana. Il colore dell’acqua che colava dalle erbe era rosa e l’aria della cucina si viziò di un odore dolciastro.
Davide continuava a lamentarsi per la gola.
Ti è passata?” gli chiese Marta. “Sei ancora tutto rosso.”
Un po’” rispose, e si tastò la gola con cautela. Tossì ancora per liberarsi del tutto dai residui di cioccolato e schiarì la voce: “Dammi ancora dell’acqua” ordinò a Marta.
Lei obbedì, prese la bottiglia dell’acqua frizzante dal tavolo e gli riempì il bicchiere.
Davide ne bevve un lungo sorso, poi tornò in soggiorno.
Mai una volta che mi ringrazi” disse stizzita a Lucas. Borbottò ancora qualcosa senza farsi sentire e si avvicinò alla credenza dov’era appeso il calendario.
Lucas la vide prendere una penna e scrivere qualcosa.
Che cosa scrivi?” le chiese.
La meringata è finita. Devo ricordarmi di comprare il necessario per farne un’altra.”
Era davvero buona.”
A Davide piace da morire. Ci può anche essere il frigorifero vuoto, ma basta che nel freezer ci sia almeno una fetta di meringata e lui è contento.”
Quando Marta si voltò, Lucas notò che aveva uno sguardo pieno di collera e un’espressione che non le aveva mai visto.
Che cosa hai?” le chiese.
Voglio vedere se domani avrà il coraggio di dire qualcosa” mormorò.
Perché?”
Sono stufa, Lucas.”
Che cosa intendi dire? Non ti capisco.”
Può darsi che nella meringata mi scapperà un po’ di polvere d’aglio, giusto un soffio per farlo finire in ospedale.”
Non scherzare!” esclamò Lucas turbato.
Almeno per qualche giorno starò in pace.”
Sei solo arrabbiata. Non lo pensi davvero.”
Lei non ascoltò le parole del fratello. Aggrottò la fronte e gli passò una tazza con la tisana.
Comunque” gli chiese come se niente fosse, “non è solo di facciata, vero?”
Che cosa non è di facciata?”
Il tuo fidanzamento con Barbara…”

(La foto che accompagna il post è tratta da internet)